11 maggio 2007

la zona Collezione. Vaccari

Ho deciso tempo fa di inaugurare una mia collezione di opere d’arte.
Per motivi facilmente immaginabili al momento mi accontento di collezionare virtualmente, con notevoli vantaggi: disponibilità illimitata di spazio, nessun problema di gestione e manutenzione delle opere e assoluta indifferenza ai problemi di mercato.

Ecco gli ultimi due acquisti (purtroppo non ho ancora trovato delle immagini nel web)

Franco Vaccari
Canto di grilli, 1967
Stampa fotografica in bianco e nero su tela, dimensioni approssimative 100x70cm
che, poetico come solo un grafico sa essere, mi innesca meditazioni galattiche sul concetto di comunicazione

Sulla tela grezza, verticale, osserviamo la riproduzione di un grafico che compara ritmi e modalità del canto di sei diversi tipi di grilli. In basso qualche riga di testo esplicativo.

Anche quest’opera si colloca nell’ambito della poesia visiva. In questo caso l’artista lavora sulla contaminazione di immagine, parola scritta e suono. Il quadro rappresenta infatti un grafico scientifico che illustra il repertorio sonoro del canto di grillo di campo. Si tratta di una serie di segni al limite fra scrittura ed immagine, il cui significato è reso esplicito dalla spiegazione posta alla base dell’opera stessa” (dal testo che accompagna l'opera in mostra all’Oberdan)


Franco Vaccari
Giuro di aver visto questo cane, 1967
Stampa fotografica in bianco e nero su tela, dimensioni approssimative120x90cm
perché illumina di valore poetico i vagabondaggi di un cane di città

Sulla tela è stampata una fotografia molto contrastata, con l'inquadratura diagonale, la fascia superiore è bianca, quella di mezzo fa intravedere un paio di alberi e auto che corrono verso destra mentre un cane nella fascia inferiore scende verso l'angolo in basso a sinistra.

In alto è posizionata una scritta, stampata con la macchina da scrivere, che dice "Giuro di aver osservato questo cane girare per strada con tutta l’aria di un’autentica poesia. franco vaccari

Dal testo sopra citato “Quest’opera si colloca a cavallo fra poesia visiva e arte concettuale... La testimonianza “giurata” cui fa riferimento quest’opera è una manifestazione del clima del periodo, in cui gli artisti sentono il bisogno di analizzare i mezzi di cui si servono e , in particolare, il linguaggio utilizzato nel pronunciare giudizi sull’arte, rivendicando un’autonomia fino a quel momento sconosciuta

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